la cosiddetta “autostima”
Da alcuni anni ho clienti on-line, e l’efficacia attraverso skype è, per quanto riguarda il mio lavoro di coach, molto consolidato.
Naturalmente il lavoro procede come in presenza, sempre parallelamente su due differenti piani, personale e professionale/di studio/di decisioni o azioni da prendere (la domanda!).
Spesso il piano personale riguarda la percezione del proprio valore (la cosiddetta “autostima”) ed incide ad ampio raggio sulle azioni delle persone.
E spesso questa è la leva su cui usualmente si pensa di dover prender l’abbrivio per “crescere” personalmente e professionalmente.
Io non sarei del tutto d’accordo.
Valori e motivazioni
Ognuno è naturalmente differente dagli “altri” per valori e motivazioni, e trovo importante collegare questi mattoncini di base con quanto la persona vuole/deve fare nel suo quotidiano. Poi si parla di aprire e riorganizzare quello che spesso pare un circuito chiuso tra blocco nelle azioni e incapacità di scelta di ciò che è meglio fare, per se e per il proprio sviluppo.
Nel momento in cui si raccordano questi elementi, con i mattoncini di base messi al loro posto, quasi magicamente arriva l’azione e IN PARALLELO cresce l’autostima. Fatta di piccoli risultati che messi assieme rendono soddisfatti di quel che viene realizzato. Poi giungono anche i feed-back dal mondo per correggere il tiro e sviluppare sempre meglio ciò che si vuole, che sia una vita privata armoniosa o una attività professionale o di studio soddisfacente.
Il coaching è..
Un processo prodigioso?
Come sempre dipende dalla persona, talvolta molto veloce, altre volte più lento.
Ognuno con i suoi tempi.
In fondo quanto ci hai messo per arrivare a questo empasse? Qualche lustro almeno.
Vuoi concederti un pochino di tempo per riorganizzare la situazione?
PS un lustro dura 5 anni.;)