La pazienza
Con la serrata attuale (uffici, scuole, palestre, babysitter, bar e ristoranti, parchi.. e chi più ne ha ne metta) le attività che davano una cadenza strutturata alle ore della giornata non ci sono più.
I rituali quotidiani (più o meno piacevoli, ma che in fondo funzionavano da contenitori sia emotivi che fisiologici) sono temporaneamente svaniti.
E’ comparso invece un tempo dilatato in cui gran parte di quanto si faceva “prima” deve essere reinventato e cerca un posto ma non lo trova. O meglio, spesso lo trova, ma è disturbato da interferenze, spesso addirittura da parte di persone amate.
Figli va bene, ma tutto il giorno che abbiano 3 anni o 13 o 22.. forse anche no!
Compagno o moglie o mamma o nonna va bene, ma q.b.
Alcuni hanno sempre portato il lavoro a casa. Ma adesso il lavoro è solo a casa, senza quelle interruzioni davanti alla macchinetta del caffè o ai trasferimenti in metropolitana che addirittura oggi rimpiangiamo.
E allora, bisogna inventare nuovi modi per una convivenza obbligata 24h.
In realtà il trucco, la strategia in linea teorica è piuttosto semplice.
Passare del tempo in stanze differenti, in alcuni casi difficile se in un monolocale vive una coppia o una famigliola con bimbi, ma si può provare, resta sempre l’entrata o il bagno, e non è una battuta :(.
E’ infatti importante anzi necessario mantenere i livelli di privacy che erano garantiti da solitari trasferimenti in auto o bus, in cui era svolta parte della vita sociale personale. Perché diciamoci la verità, spesso questo tempo era già dedicato a rapporti on-line.
Molti di noi hanno inserito una cadenza per il momento aperitivo, pranzo virtuale con nonni o amici, ginnastica in remoto, lezioni di lingua o di musica.
Tutto bello.
E per farlo funzionare nel tempo, perché di settimane si tratta, se va bene, un elemento è fondamentale.
La pazienza.
Come siamo messi con la pazienza?